MINISTRO ECONOMIA IN AUDIZIONE: soccorso fiscale anti-Coronavirus. Bonus autonomi, incrementato e erogato in 24 ore, adempimenti e versamenti tributari congelati, con l’estensione dello stop ad avvisi bonari e autoliquidazione, un fondo perduto per le pmi, sblocco dei crediti verso la pubblica amministrazione. E ancora Isa alleggeriti, stop alle clausole di salvaguardia, Naspi prorogata di due mesi, rinnovo cassa integrazione fino a che ce ne sarà bisogno, il reddito di emergenza, sterilizzazione dell’aumento IVA, slittamento degli scontrini elettronici,. Queste le misure che andranno a comporre l’ossatura da 75 mld di euro del decreto aprile che dovrebbe articolarsi in tre fasce: 1) le imprese sotto i 10 dipendenti che a fronte di perdite dimostrate e in relazione alle dimensioni dei ricavi avranno dotazioni a fondo perduto per affitti, bollette e leasing (in tutto 2,5 miliardi); 2) le piccole imprese sotto i 250 dipendenti: «un parziale assorbimento delle perdite, con capitale pubblico che possa trasformarsi in sostegno a fondo perduto; 3) l’intervento da parte della Cassa Depositi nelle imprese medio grandi, sopra i 250 dipendenti, con un ingresso nel capitale a fronte di un indebitamento e, sembra, per un periodo non superiore ai quattro anni.

FITCH: ha annunciato il declassamento del merito di credito dell’Italia per i titoli a lungo termine. Il rating sui titoli di Stato passa a BBB-, ultimo livello al quale l’emittente di debito mantiene l’outlook stabile (dunque senza prospettive di nuovo taglio della valutazione). Il declassamento viene accolto con stupore e irritazione sia dal ministero dell’Economia sia dalla Banca d’Italia.

VICEPRESIDENTE COMMISSIONE UE: Facilitare i prestiti a famiglie e imprese da parte delle banche per mitigare l’impatto del Covid-19 sull’economia. Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha presentato una proposta che anticipa l’entrata in vigore di norme che riducono i requisiti di capitale per prestiti alle Pmi, alle famiglie (inclusa la cessione del quinto dello stipendi) e ai progetti di infrastrutture. Viene poi raccomandata una valutazione più flessibile del calcolo delle perdite attese dai prestiti a imprese e famiglie. Misure richieste anche dall’Abi. Ora la discussione passa al Parlamento Ue (tutti i partiti italiani sono a favore) e al Consiglio.

COMMISSIONE EUROPEA: in un contesto economico reso incerto dalla pandemia, la Commissione Europea ha presentato un pacchetto di misure bancarie che prevede nuove linee guida per una interpretazione più flessibile delle regole prudenziali ed alcuni emendamenti legislativi: l’obiettivo facilitare il compito delle banche nel promuovere i finanziamenti a famiglie ed imprese fino a 650 miliardi di euro nel 2020. Le banche nel 2020 e 2021 potranno utilizzare gli accantonamenti a fronte di crediti rischiosi ma non insolventi per aumentare il capitale prudenziale ed evitare erosioni di capitale. Rinviata al 2023 l’adozione di un nuovo standard patrimoniale per le banche più grandi.

BCE: la riunione della BCE del mese di aprile non dovrebbe portare novità sostanziali, dopo le importanti misure decise nella seconda metà di marzo in seguito all’emergenza dovuta all’epidemia da coronavirus, tra cui il Pepp (Pandemic Emergency Purchase Programme) che al momento prevede acquisti di titoli per un ammontare di 750 miliardi di euro nel 2020. Gli addetti ai lavori propendono per un rafforzamento di questo programma.

ADECCO, MANPOWER E RANDSTAD: INTESA PER IL RIENTRO IN SICUREZZA: un’alleanza a tre per tracciare la mappa del lavoro nell’era del coronavirus. È questo il patto siglato da Randstad, Adecco Group e ManpowerGroup, aziende leader nel settore delle risorse umane a livello globale, per favorire un rientro a lavoro in sicurezza nelle fasi che seguiranno il lockdown totale o parziale che sta coinvolgendo quasi 2,7 miliardi di lavoratori in tutto il mondo, circa l’81% della forza lavoro globale. L’obiettivo è quello di tracciare una road map della sicurezza sul posto di lavoro valida per tutto il corposo data base dei tre big mondiali del lavoro. Perché far ripartire l’occupazione tutelando la salute delle persone è ovvio ma non scontato.”

AMAZON WEB SERVICES (AWS): l’azienda di Amazon che fornisce servizi di cloud computing, ha annunciato l’apertura della «Regione Aws Europe (Milano)», la sesta in Europa. Un segnale importante per la ripresa di Milano e della Lombardia post emergenza da coronavirus. Ogni Regione Aws è composta da «zone di disponibilità», ognuna delle quali comprende uno o più data center, che sono situate in località geografiche separate e distinte, con una distanza sufficiente a ridurre significativamente il rischio che un singolo evento avverso abbia un impatto sulla continuità aziendale, ma abbastanza vicine da fornire una bassa latenza per le applicazioni ad alta disponibilità.

GRUPPO PELLEGRINI: per chi gestisce mense aziendali, il problema non è stato solo mettere in sicurezza i propri lavoratori ma soprattutto garantirla nelle aziende clienti a cui ogni giorno vengono forniti oltre 200 mila pasti. Sono state riviste le modalità di lavoro nella linea di produzione e nel servizio pasti ed messo a punto un protocollo di sicurezza con il contributo del virologo Alberto Burioni e di Lifenet Healthcare. “Stiamo formando un Covid manager per ciascuna mensa secondo un protocollo validato scientificamente che rappresenterà la best practice per il settore”. Cambiati gli allestimenti degli spazi, i tavoli a scacchiera, egnaletica, prodotti confezionati. Le posate saranno monouso, le postazioni verranno sanificate dopo ogni pasto e ci saranno le barriere di plexiglass: e un app per prenotare il pasto, ritirarlo e consumarlo alla scrivania.

GRUPPO ATLANTIA: ha chiuso il 2019 con utili a 136 milioni, in diminuzione di 639 milioni rispetto al 2018. I ricavi si sono attestati a 11,6 miliardi, comprensivi del gruppo iberico Abertis e nessuna distribuzione dividendi. Per chiudere il discorso revoca concessione avanzata dal Ministero delle Infrastrutture., il gruppo che fa capo ai Benetton ha messo 2,9 miliardi di euro. Impegni economici «ad esclusivo carico della società», articolati su più fronti: 1,5 miliardi destinati a «riduzioni tariffarie e progetti di potenziamento della rete», secondo modalità da definire con il governo; 700 milioni di spese di manutenzione aggiuntive da qui al 2023 e, infine, 600 milioni per la ricostruzione del ponte di Genova, più altri 100 milioni a copertura di eventuali extra- costi.

INTESA SANPAOLO: ha disposto una nuova misura a supporto delle imprese italiane che prevede la proroga — alle medesime condizioni contrattuali e senza oneri aggiuntivi — delle linee di credito non rateali che hanno scadenza anteriore al 30 settembre 2020. Si tratta di una operazione che può riguardare direttamente circa 20mila clienti che riceveranno nei prossimi giorni la comunicazione specifica relativa a linee di finanziamento che complessivamente sfiorano i 3 miliardi di euro.

SETTORE AEREO:
• Lufthansa: lo stato potrebbe tornare azionista dell compagnia con 9 miliardi di euro. La compagnia era stata privatizzata nel 1997 Alternativa alla nazionalizzazione, ci potrebbe essere la richiesta al Tribunale della protezione dai creditori per tre mesi.
• Alitalia invece è stata nazionalizzata con 500 milioni di ineizione di capitale da parte del Governo.
• British Airways: Ora l’unica cosa che conta è avere cash, soldi in cassa. Tutto il resto è accessorio, inclusi «12 mila posti di lavoro» in fumo, ossia un quarto del personale di British Airways, che ieri ha annunciato imminenti e dolorosi tagli.

MODA Vetrine a rischio riapertura, tra affitti, blocco del turismo e consumi depressi dalla crisi e dall’umore. L’Italia potrebbe perdere migliaia di negozi e ancor più posti di lavoro. Bain stima che in Italia ci siano 118 mila negozi di abbigliamento e accessori (135 mila aggiungendo i gioielli e 165 mila con gli ambulanti) e circa mezzo milioni di addetti. E per McKinsey e collezioni primavera/estate 2020 registreranno ricavi giù fino al 70%. Da qui la necessità delle griffe di tagliare i costi.(chiusure per H&M 8 negozi, Geox 55 negozi in Europa, Yamamay-Carpisa 1 negozio su 2 , mentre OVS pensa ad acquisizioni, Kiko aspetta le misure di sostegno alle aziende).
.
LIBRI: dopo settimane di congelamento, i libri si stanno riaffacciando sul mercato timidamente, tra slittamenti e qualche timore. I dati non sono incoraggianti e non basta la riapertura dei negozi a cancellare la crisi. Gli editori calibrano ogni mossa: slittano nel tempo le pubblicazioni, tagliano titoli e puntano sui bestseller, gli “affetti stabili” dei lettori, sacrificando gli esordienti. Intanto gli ebook rappresentano ora il 20% del mercato perché costretti dalle circostanze, gli editori hanno creato collane digitali o pensato libri nati sull’onda dell’emergenza,

CDP: parte il 6 maggio l’operazione di rinegoziazione dei mutui di Cassa depositi e prestiti. Circa 7.200 enti territoriali potranno così accedere a fino a 1,4 miliardi di euro di risorse da utilizzare immediatamente sul territorio. L’operazione “consentirà di liberare risorse per gestire la fase di emergenza che il Paese sta vivendo. Sono un totale di 135.000 i mutui rinegoziabili da Comuni, Province, Citta? metropolitane, Unioni di Comuni, Comunita Montane, Regioni e Province Autonome. Cdp mettera a disposizione di ciascun ente locale – nel periodo di adesione, che va dal 6 al 27 maggio 2020 – l’elenco dei prestiti originari, rendendo note le relative condizioni economiche di rinegoziazione in una sezione del Portale Enti Locali e PA del proprio sito interne. Sempre sul sito potrà essere interamente finalizzato l’iter istruttorio e contrattuale.

TASSA DI SUCCESSIONE: in Regione Lombardia arriva la proposta di togliere la tassa di successione alle famiglie che hanno subito lutti nel coronavirus.

PATRIMONIALE AL 14% DA IMPORRE AGLI ITALIANI:: L’idea è piaciuta moltissimo in Germania, e l’economista che per primo l’ha suggerita, Daniel Stelter, ha approfondito il tema. con sfoggio di varie statistiche, comprese quelle della Banca d’Italia, concludendo: che dopo il salasso di una patrimoniale tanto pesante, «le famiglie italiane avrebbero ancora un patrimonio superiore rispetto a quello delle famiglie tedesche». Mettendo a confronto l’indebitamento pubblico e quello privato (imprese e famiglie) di otto paesi: Germania, Austria, Italia, Spagna, Portogallo, Olanda, Belgio e Francia, l’Italia è, ovviamente, il paese con il debito pubblico più elevato (137,3% del pil), seguita da Portogallo (120,5), Belgio (102,2) e Francia (100,4), mentre gli altri paesi sono tutti sotto il cento per cento, con la Germania nella posizione più virtuosa (61). Se però si considera il debito privato, sommando i debiti delle imprese e quelli delle famiglie, la classifica cambia totalmente, e l’Italia risulta avere il debito privato più basso degli otto paesi presi in esame (111% del pil, sommando il 69% delle imprese al 41% delle famiglie), migliore perfino di quello della Germania (114% del pil, di cui 59% imprese e 54% famiglie). Il vero bersaglio dell’economista tedesco è però l’Italia: «In nessun altro paese il settore privato è così poco indebitato come in Italia! In nessun altro paese le famiglie sono così poco indebitate, e soltanto in Germania le imprese hanno meno debiti in rapporto al pil. Quindi è ovvio chiedersi, come ho fatto io, perché l’Italia non si aiuti da sola. È evidente che non si tratta di un problema di debito eccessivo, ma di un’errata distribuzione tra il settore statale e quello privato. Se il Governo italiano trasferisse parte del proprio debito verso il settore privato, questo sarebbe comunque meno indebitato rispetto al settore privato della maggior parte degli altri paesi».

ENI e A2A: hanno siglato un memorandum di intesa per l’avvio di una collaborazione nella gestione di rifiuti speciali di natura industriale, nell’ottimizzazione dei processi e nell’individuazione di innovative soluzioni impiantistiche end-to-end.

M&A : chi non vuole essere travolto dal virus sarà costretto a stringere alleanze e l’M&A (merger&acquisition) sarà la cura per prevenire la crisi definitiva di molte aziende. Intervenire con rapidità risulta però essenziale per evitare di disperdere il valore dell’impresa. Le imprese sono oggi costrette a ripensare il proprio modello di business perché le dimensioni pre lockdown non sono più sostenibili. Imprese prima concorrenti si troveranno a dovere colloquiare per garantirsi la sopravvivenza. È quello che già sta accadendo in molti mercati internazionali anche tra grandi imprese. tale attività, in un’ottica si di crisi da Covid-19 ma anche strategica.

AGGREGAZIONI: la soluzione al problema del sottodimensionamento delle aziende italiane e dell’eccesso di capacità produttiva dispersa tipica di molti settori potrebbe essere quella di intervenire legislativamente con più vigore per favorire le aggregazioni aziendali. È necessario passare da una situazione di tendenziale neutralità delle operazioni di finanza straordinaria ad una di agevolazioni fiscali stabili.

LEGGE 231: nelle imprese che hanno adottato un modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del decreto legislativo 231/01, al fine di prevenire il rischio di contagio per i propri dipendenti ed il diffondersi del virus Covid-19 è necessaria l’adozione di misure specifiche, l’efficace attuazione di adeguati protocolli di prevenzione e l’attribuzione all’Organismo di vigilanza (Odv) del compito di verificarne l’osservanza. La raccomandazione è contenuta nel documento del 27 aprile denominato «Vigilanza e modello di organizzazione, gestione e controllo ex dlgs. 231/01 nell’emergenza sanitaria» predisposto dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e dalla Fondazione nazionale dei commercialisti. Il documento espone sinteticamente i principali «rischi 231» (ovvero in termini di responsabilità penale dell’azienda) connessi all’emergenza sanitaria e vengono fornite alcune indicazioni operative di comportamento ai professionisti che a vario titolo – come componenti di organismi di vigilanza 231 ovvero come componenti di collegi sindacali incaricati di svolgere l’attività di organismo di vigilanza – sono chiamati a mettere le proprie competenze tecniche a disposizione delle imprese in questa fase così delicata della loro vita.

PROCESSO TRIBUTARIO TELEMATICO: dal 1° luglio le sentenze CTP e CTR Di Roma e del Lazio diventano digitali, dal 1° marzo 2021 nel resto di Italia.

CORONAVIRUS NEWS
RISCHIO ALTO, SERVE CAUTELA E PRUDENZA

Traporto pubblico: Il trasporto pubblico locale sarà un rischio per gli italiani che dovranno tornare al lavoro con la Fase 2. I 3,6 milioni di lavoratori che normalmente utilizzano autobus, tram, metro o treno per il tragitto casa-lavoro andranno incontro a un pericolo di aggregazione medio alto, destinato ad aggravarsi nelle ore di punta, soprattutto nelle aree metropolitane. Per ridurre le probabilità di contagio da Covid 19, l’Inail ha predisposto un decalogo di comportamento che innanzitutto raccomanda di utilizzare i mezzi solo in casi necessari e in via subordinata, ove possibile, di privilegiare altre forme alternative di mobilità, quali la bicicletta o il tragitto a piedi. Le dieci regole di comportamento sono contenute in un documento tecnico predisposto dall’Istituto, nell’ottica della ripresa del pendolarismo in piena emergenza Coronavirus. Il documento si integra con le linee guida del Mit sul traporto pubblico con cui il ministero delle infrastrutture ha dato le indicazioni per ridurre il rischio di contagio in viaggio.

Presidente della Corte Costituzionale: «Io non posso entrare nel merito delle singole questioni di attualità che potrebbero tutte arrivare al vaglio della Corte, ma voglio ricordare che nella Costituzione sono indicate le ragioni che possono giustificare limitazioni dei diritti e gli strumenti con cui tali limitazioni si possono imporre. Nella giurisprudenza costituzionale, poi, si trovano orientamenti anche sulla misura di queste limitazioni, che devono sempre essere ispirate ai principi di necessità, proporzionalità, ragionevolezza, bilanciamento e temporaneità».

Ponte di Genova : Il cielo grigio, le sirene a squarciare il silenzio. Così, ieri, Genova ha ritrovato il suo ponte. «luce che dà speranza» e un «modello per l’Italia”.

Documento del Comitato tecnico- scientifico:

• Un documento di 22 pagine che dà indicazioni su come deve proseguire la lotta all’epidemia ma che soppesa anche i pro e i contro delle azioni che si scelgono di intraprendere, tenendo conto del fattore RO e della sua curva. Che illustra lo scenario peggiore, il migliore e i tantissimi che stanno in mezzo. Lo ha consegnato il comitato tecnico scientifico della Protezione civile al Governo per aiutarlo nella decisione sulle le riaperture e i loro tempi, Per aprire bisogna scegliere. Decidere quante persone mandare in terapia intensiva per far ripartire pezzi di Paese. Per spiegare l’effetto delle varie mosse, il comitato pubblica una tabella nella quale inserisce le varie attività e anche la circolazione dei mezzi di trasporto.

• Uno degli scenari indica che se aprissimo tutto dal 4 maggio avremmo fino a 151 mila persone in terapia intensiva contemporaneamente con il picco previsto per l’8 giugno. Entro fine anno i pazienti da intubare in insufficienza respiratoria sarebbero oltre 430 mila. Anche solo chiudendo le scuole lasciando gli altri settori aperti e non ragionando sulla mobilità e sul telelavoro oltre 109 mila persone finirebbero in terapia intensiva il prossimo 8 agosto. Un’ecatombe per qualunque sistema sanitario.

• Il Comitato mette nero su bianco anche alcuni elementi di incertezza che lasciano spazio a un margine di errore.. ad esempio l «valore dell’efficacia dell’uso di mascherine, il «comportamento delle persone dopo la riapertura in termini di adesione alle norme sul distanziamento e all’efficacia delle disposizioni per ridurre la trasmissione sul trasporto pubblico».

SANIFICAZIONE: è uno dei doveri prima di riaprire. Il settore genera 1, 6 miliardi di euro di ricavi e circa 40.000 addetti, con la crisi è in espansione.

VITTORIO COLAO ( Presidente del Comitato dei 17) ,: «Dal 4 maggio rimettiamo al lavoro quattro milioni e mezzo di italiani, tra costruzioni, manifattura, servizi collegati, ovviamente nel rispetto dei protocolli.Sarà un test importante. Dipenderà dai buoni comportamenti. Un’apertura a ondate permette di verificare la robustezza del sistema. «Abbiamo raccomandato tre precondizioni che vanno monitorate: 1) il controllo giornaliero dell’andamento dell’epidemia; 2) la tenuta del sistema ospedaliero, non solo le terapie intensive, anche i posti-letto Covid; 3) la disponibilità di mascherine, gel e altri materiali di protezione. A queste condizioni si può riaprire». E se l’epidemia dovesse ripartire l’approccio non dovrà essere nazionale e neppure regionale, ma microgeografico: occorre intervenire il più in fretta possibile, nella zona più piccola possibile. Abbiamo indicato al Governo un processo. L’importante è che le misure siano tempestive; nella speranza che non siano necessarie. L’app potrà servire se arriva in fretta, e se la scarica la grande maggioranza degli italiani. È importante lanciarla entro la fine di maggio; se quest’estate l’avremo tutti o quasi, bene; altrimenti servirà a poco».

MINISTRO DELLA SANITÀ: «La battaglia sanitaria non è vinta, ci siamo ancora pienamente dentro, in Italia e nel mondo. Guardiamo avanti, ma con giudizio. «In Germania l’indice di contagio risale, la Francia pensa di rinviare l’apertura dei licei. Sarei felice se potessi darvi il titolo “è tutto finito”, ma non voglio prendere in giro gli italiani».

BILL GATES: “Uno o due anni per tornare alla normalità È il momento di cooperare non di cercare colpevoli: «È assolutamente indispensabile impegnarsi sulle terapie: possono essere messe a disposizione più facilmente dei vaccini perché a differenza di questi non è necessario testarle su così larga scala. Come sappiamo, nel Regno Unito stanno lavorando ad alcune terapie che noi riteniamo promettenti. Se alcune terapie in cima all’elenco dovessero fallire, ce ne saranno sempre altre di promettenti. Tuttavia per tornare ovunque alla normalità avremo bisogno. sia di terapie estremamente efficaci, sia di un vaccino. Il vaccino è molto importante, perché è senza dubbio così che torneremo alla normalità”:

DAL MONDO

GERMANIA: Subisce una battuta d’arresto il cammino della Germania fuori dal tunnel del coronavirus. Mentre si intensificano il dibattito e le polemiche sul ritmo delle riaperture, il tasso di contagio, il cosiddetto R0 che definisce il numero di persone infettate da ogni ammalato di Covid-19, è tornato a salire dopo essere sceso fino a 0,7 due settimane fa.

SPAGNA: Tutto andrà per il meglio, la Spagna entrerà nella “nuova normalità” imposta dal coronavirus entro la fine di giugno. La ripartenza annunciata dal sarà “graduale, asimmetrica e coordinata”: un processo in 4 fasi gestito dal governo, di circa 2 settimane ognuna, ma applicato su base provinciale. A seconda dell’evoluzione della curva dei contagi e della capacità delle amministrazioni locali di adeguare le strutture sanitarie alle esigenze dell’emergenza, i tempi del ritorno alla normalità potranno variare da un’area all’altra del Paese.

RUSSIA: Vladimir Putin ha avvertito che la Russia non è ancora arrivata al picco dei contagi e ha quindi deciso di estendere fino all’11 maggio il periodo di astensione dal lavoro per frenare l’epidemia di Covid– 19. La sospensione delle attività non essenziali era prevista al momento fino alla fine di aprile.

NESSUNA POTENZA GUIDERÀ IL MONDO DEL DOPO VIRUS

Può la Cina vincere la partita dei nuovi equilibri geopolitici? Forse no. Ma il virus danneggia anche Usa, Russia e la divisa Europa. E allora, chi comanderà? Il Covid-19 sembra voler disegnare un mondo nuovo. La Cina ha sconfitto il coronavirus sfruttando a Wuhan, oltre all’ammirevole impegno della popolazione, tutte le possibilità offerte dal suo sistema politico. E ora è impegnata su tanti fronti.: battere gli Usa nella corsa mondiale al vaccino, gli aiuti generosi ma anche interessati a chi chiede aiuto, un accentuato decisionismo geopolitico a diretto confronto con gli Usa. Ma questa Cina che può apparire trionfante è la stessa che quotidianamente l’America accusa di aver per troppo tempo nascosto lo scoppio dell’epidemia. È la stessa che non può puntare sulla sconfitta elettorale di Trump È la Cina, questa, che subirà un colpo economico devastante come tutti, ma aggravato da una nuova consapevolezza soprattutto degli europei: d’ora in poi bisogna ridurre la nostra dipendenza da Pechino in campo sanitario, e anche in campo industriale perché non si può più fermare la produzione di automobili se dalla Cina non arriva un determinato componente.
E gli Stati Uniti? Il coronavirus ha tagliato una gamba al tavolo sul quale poggiavano le speranze di rielezione di Donald Trump. I ritardi dell’Amministrazione e le sue continue giravolte, i tre milioni di disoccupati diventati ventisei, le liti con i governatori degli Stati, tutto sembrerebbe mettere Trump con le spalle al muro in termini elettorali. Ma non è così per almeno due motivi: perché Trump trova ampi consensi quando accusa il nemico Cina, e perché il democratico Joe Biden è un rivale debole che oltretutto ha grandi difficoltà a fare campagna mentre il presidente, gratis, esibisce ogni giorno in televisione il suo decisionismo verbale.. A far da piedistallo alla superpotenza Usa rimane soltanto una potenza militare che ancora per molti anni non potrà essere raggiunta da altri (salvo la Russia in campo nucleare). Ed ecco allora che prende corpo una rivalità più accesa ma anche più paritaria tra America e Cina nell’era del dopo-virus, che sarà anche l’era dell’intelligenza artificiale, della robotica, del 5G, e, fattore cruciale nelle urne future, della preparazione sanitaria.